Interbrand, la classifica dei migliori 100 brand globali
Interbrand ha pubblicato la classifica dei 100 brand globali a più elevato valore economico. Giunta alla sesta edizione, ‘Best Global Brands’ identifica i marchi che hanno ottenuto e mantenuto le migliori performance competitive sul mercato mondiale.“Nella maggior parte dei casi, sono state premiate quelle realtà che hanno dimostrato di saper gestire proattivamente il loro business attraverso il loro brand. Queste aziende sono consapevoli del fatto che i loro brand devono rappresentare il principio fondamentale della loro organizzazione, dato lo straordinario valore che essi rappresentano” ha affermato Jez Frampton, ceo di Interbrand.
“La classifica 2006 dimostra che nel caso in cui le aziende non gestiscano il proprio marchio proattivamente, sarà il mercato stesso a farlo al loro posto, lasciandoli in una situazione di estrema vulnerabilità - ha affermato Manfredi Ricca, business director Interbrand Italia -.
Coloro che hanno migliorato la propria perfomance o, in generale, sono saliti nella graduatoria hanno adottato specifiche strategie per sfruttare e accrescere il valore dei propri brand”. Rispetto al 2005, non cambiano le posizioni dal primo al sesto posto: Coca-Cola, Microsoft, IBM, GE, Intel e Nokia, primo brand non statunitense.
Perdono però sia Coca-Cola (-1%, valore del brand di 67 milioni di dollari) e Microsoft che rimane al secondo posto, ma perde il 5% (56,927 milioni di euro). “Questo fatto - ha spiegato Ricca - è dovuto a un mercato che punta a un nuovo modello di business, al ritardo del lancio di Vista, erede del sistema Windows, e l’espansione di Linux nei mercati in via di sviluppo. Segnalo invece l’ottima performace di Nokia che ha raggiunto un successo su due fasce di mercato della telefonia cellulare: quella economica e quella premium, grazie al lancio di modelli con design accattivante, rinvigorendo il brand”.
Allo stesso modo, Motorola (n. 69) beneficia del fenomeno Razr. Un grande successo, che negli ultimi tempi ha aiutato il brand a consolidare la seconda posizione nel settore. Il primo brand di auto è Toyota (n. 7, 13%, 27,941 milioni di dollari). “E’ notevole che con un solo brand la casa automobilistica giapponese copre fasce di mercato diverse tra loro”. Lexus, auto di lusso, entra per la prima volta in classifica al 92° posto, e mostra, in controtendenza, un brand che dall’Oriente spopola in Occidente. Il primo brand italiano in classifica è Gucci in 46esima posizione (+8%, 7,158 milioni di dollari). Bulgari (n. 95, +6%, 2,875 milioni di dollari) ha conseguito una crescita del 6% ottenuta confermando il proprio posizionamento di ‘luxury brand’ globale in diversi settori, da quello storico dei gioielli a quello, in espansione, degli hotel. Prada (n. 96, +4%, 2,874 milioni di dollari) cresce del 4% anche grazie ai forti investimenti nella store architecture e a collezioni focalizzate su un messaggio ai confini dell’ambito artistico. In aumento anche il valore del brand Armani (n. 97, +4%, 2,783 milioni di dollari) che ha inaugurato diverse estensioni, quali A/X e Armani Privé, e ha visto l’espansione di Armani Casa.
“Tutti e quattro i brand – ha puntualizzato Ricca – appartengono ai comparti moda-lusso. E’ lo specchio di un Paese sia in senso positivo, cioè per la capacità di esprimere uno stile che diventa tendenza globale, sia negativo perché l’Italia stenta a ottenere buoni risultati, attraverso la ricerca e lo sviluppo, in ambito tecnologico e informatico”. E’ Google (n. 24, +46%, 12,376 milioni di dollari) a far segnare un’impennata di valore più consistente rispetto al 2005. Un aumento registrato grazie anche a un posizionamento antitetico rispetto alla più istituzionale Microsoft.
La crescita complessiva dell’e-commerce ha promosso il consenso dei consumatori verso l’acquisto di beni e servizi online facendo aumentare il valore di eBay (n. 47, +18%, 6,755 milioni di dollari), caratterizzata dalla terza maggiore crescita di quest’anno. Al secondo posto per crescita (+20%), Starbucks (n. 91) ha ottenuto un successo finanziario sfruttando il brand mediante un’offerta premium nell’ambito del fast food e l’estensione della propria offerta alla musica e all’editoria. La crescita dei retailer di massa ha conquistato una quota di mercato tradizionalmente appartenuta a brand di abbigliamento come Gap (n. 52). Con la maggiore perdita di valore (-22%), Gap non è stata in grado di dare un’immagine chiara del proprio brand; con un posizionamento meno distintivo il brand ha meno efficacia commerciale e questo implica una minore stabilità nel lungo periodo. Ford (n. 30) continua a perdere su ogni veicolo venduto e il valore del brand diminuisce anno dopo anno (-16%, 11,056 milioni di dollari).
Con una riduzione del 12%, Kodak (n. 70, 4,406 milioni di dollari) ha mosso passi coraggiosi verso il mondo digitale, ma la concorrenza è alta e la profittatibilità molto ridotta rispetto al mercato delle pellicole. La classifica è stata pubblicata in collaborazione con BusinessWeek per il sesto anno consecutivo.
* Dati in milioni di dollari
Via Pubblicità Italia
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