L’approccio di molte aziende all’influencer marketing è bidimensionale. La scelta ricade sempre su quelli che hanno più follower o che tutti conoscono. Completamente assente la culturadata drivene la volontà di andare oltre l’ovvio. Per sensibilizzare il mercato sulle metriche più interessanti di valutazione degli influencer, in Buzzoole abbiamo elaborato i dati di oltre 700.000 instagramers e li abbiamo racchiusi in un report gratuito. Lo studio “Influencer Performance Benchmarks” ha preso in esame sia le metriche visibili pubblicamente come le interazioni e i follower, sia quelle ottenibili attraverso gliinsightsdei creator iscritti alla piattaforma (i cosiddetti “first party data”).
Per segmentare meglio i risultati abbiamo operato una classificazione per fasce: novice (coloro che hanno fino a 10.000 follower), micro (dai 10.000 ai 100.000 follower), top (dai 100.000 follower a un milione) e celebrity (oltre un milione).
Engagement su Reach
Dato chel’Engagement Rate è una metrica sopravvalutata, un dato interessante si può ottenere confrontando le interazioni con la reach, ossia con le persone realmente raggiunte dai post. Dall’analisi si scopre che “novice” e “micro” differiscono di poco nella loro capacità di sviluppare interazioni rispetto alle persone raggiunte (intorno al 14%), mentre dai top ci si può attendere un tasso di Engagement su Reach di circa il 13% e dalle celebrità l’11,45%.
Reach su Follower
Altro indice utile è quello che mette in relazione la reach e i follower dei creator, per comprendere la loro capacità di raggiungere il proprio bacino di spettatori. Considerando che oggil’algoritmo di Instagramnon permette di raggiungere la totalità dei propri follower, neanche con l’ausilio di pubblicità, diventa fondamentale avere dei benchmark di riferimento. Emerge che i novice, mediamente, riescono a raggiungere il 27,5% dei propri follower e le celebrità il 24,3%. Meno positive le performance dei micro e dei top.
Queste sono solo alcune delle metriche che troverete nel white paper “Influencer Performance Benchmarks“, scaricabile gratuitamente.
Naturalmente sta al marketer valutarle congiuntamente, individuando di volta in volta quelle più adatte a rappresentare il raggiungimento dello specifico obiettivo di comunicazione che si intende conseguire. L’importante è acquisire una propensione all’analisi dei dati che, prima di qualunque campagna, permetterà di individuare obiettivi realistici e non farseli imporre dalle piattaforme.