Dopo anni di tagli, la spesa del Governo sul digitale è tornata a crescere dello 0,5%, sono stati fatti notevoli investimenti sull’Agenda Digitale e messe in atto politiche per riqualificare la spesa in tecnologia della PA ma nonostante questo l’Italia è ancora agli ultimi posti nella classifica Digital Economy and Society Index o DESI (25ª su 29 Paesi europei), un indice composito che sintetizza gli indicatori rilevanti sulle performance digitali dei Paesi europei e segue l’evoluzione degli Stati membri dell’UE in materia di competitività digitale.
Questo dice che gli sforzi compiuti nell’attuazione dell’Agenda Digitale non sono ancora sufficienti a colmare il divario con gli altri Paesi europei. Questi i risultati di una ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano presentata al convegno “Pubblico e privato: un patto per l’Italia digitale”, che mostrano come la strategia italiana non riesca ad incidere sui punti chiave della classifica.
Su tutti, la banda larga, che vede l’Italia tra gli ultimi Paesi in Europa, con solo il 53% delle abitazioni che usa una banda larga ad almeno 2 Mbps, solo il 3% a 30 Mbps e addirittura solo lo 0,5% a 100 Mbps (l’obiettivo europeo è almeno il 50% entro il 2020). Solo il 12% delle imprese viaggia a 30 Mbps. In Francia sono il 21%. In Germania e Spagna il 29%.
Fonte: The Digital Economy & Society Index (DESI)
Oltre al piano sulla banda ultra larga, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) si è concentrata sui tre principali progetti infrastrutturali dell’Agenda Digitale: il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) che nei primi 7 mesi ha visto l’erogazione di oltre 130.000 identità digitali; il Sistema dei pagamenti elettronici (PagoPA) che conta 9.500 PA, 90 prestatori di servizi di pagamento e quasi 600.000 transazioni effettuate; l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) che è stata sperimentata in 26 comuni pilota con circa 6,5 milioni di cittadini coinvolti.
Nonostante ciò, il nostro Paese è al penultimo posto per connettività, al 25° per competenze digitali, all’ultimo per uso di internet da parte dei cittadini, al 21° per digitalizzazione dell’industria, al 18° in digitalizzazione della PA.
Unica nota positiva la crescita registrata dal 2013 al 2015 (+19,7%) è tra le più alte. Se sarà sufficiente questo ritmo (se verrà mantenuto) a colmare il gap con altri Paesi lo scopriremo solo vivendo.
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