I marchi non soltanto si vedono, ma si scrivono. E c’è chi paga per farlo. Trovare il nome di un brand in un testo di narrativa è esperienza piuttosto comune e normale; probabilmente finora ben pochi lettori hanno prestato troppa attenzione leggendo qua e là di Apple, Audi o Coca-Cola. Al contrario, i brand sono sempre più interessati, tanto da chiedere agli autori di entrare a far parte delle loro storie, di essere letti, anche pagando.
L’ultimo esempio è stato quello di William Boyd. Sceneggiatore, autore di Brazzaville Beach e dell’ultima avventura letteraria di James Bond (Solo), Boyd ha inserito in The Vanishing Game il brand Land Rover, facendo guidare al suo protagonista un Defender. Un product placement pagato con un assegno a sei cifre dalla casa automobilistica che, senza entrare nel merito del testo, ha chiesto solo di essere citata. Il libro è stato distribuito gratuitamente in versione digitale anche sul sito di Land Rover.
I PRECEDENTI
«Gli scrittori hanno sempre scritto su commissione», si è difeso Boyd. Il quale non è certo il primo caso di inserimenti “su carta”: nel 2001 Bulgari ha chiesto a Fay Weldon (Dopo il crash) di inserire almeno una dozzina di volte il nome del brand nel suo The Bulgari Connection, romanzo che Bulgari intendeva distribuire in esclusiva gratuita ai suoi clienti e che in seguito è stato pubblicato da HarperCollins. Gli inserimenti sono stati 34; l’autrice è stata pagata 18 mila sterline più la possibilità di indossare oltre 1,5 milioni di dollari in gioielli per il lancio del libro (che poi ha dovuto restituire!). Pubblicità occulta o volontaria, spesso un marchio definisce una situazione o un personaggio meglio di molte parole, e non solo nella cosiddetta chick lit (con l’esempio eccellente de Il diavolo veste Prada). Sono i completi di Ermenegildo Zegna o di Armani a definire gli yuppie di American Psycho, mentre il catalogo Ikea di Fight Club è simbolo dell’esistenza predefinita e pre-Tyler Durden del protagonista. Con gli e-book, poi, sono già sulla rampa di lancio progetti editoriali che coinvolgono anche siti e Web series, creando ulteriori spazi per le marche: uno di questi è Find Me I’m Yours di Hillary Carlip, con il dolcificante Sweet’N Low. L’autrice è già al lavoro sul sequel.
Via Business People
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