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La corsa alla consegna rapida
Di Altri Autori (del 26/06/2014 @ 07:27:29, in eCommerce, linkato 1770 volte)

Le aziende che vendono online stanno inventando modi per risolvere lo storico tallone d’Achille dell’ecommerce: la logistica. Tuttora, tempi e modalità di spedizione sono il principale ostacolo alla diffusione dell’e-commerce (anche – e, forse, soprattutto – in Italia). I rimedi inventati mirano quindi a rendere la consegna più a misura di cliente, in vari modi.

Un caso è Shutl, il servizio di consegna per vendite online che secondo uno studio dell’associazione eCommerce Europe, è il più veloce al mondo: 90 minuti dall’ordine. È possibile perché funziona solo per i venditori che hanno punti vendita fisici. Al momento dell’ordine il consumatore indica il proprio Cap e il sistema verifica e conferma in tempo reale se è possibile fare la spedizione in 90 minuti. Nel caso, il negozio fisico più vicino viene avvertito dal sito e prepara il pacco. Nel giro di pochi minuti arriva una moto o un auto di Shutl che prende il pacco e lo porta al cliente. Tra l’altro, essendo un servizio locale il costo è simile a quello di una spedizione standard.

Gli stessi grandi siti ecommerce americani – Amazon, Google, eBay – stanno facendo una gara per ridurre i tempi di consegna: adesso nello stesso giorno dell’ordine (“same day delivery”), in alcune città americane. Amazon consegna anche la domenica nelle principali metropoli Usa ed europee (non in Italia). La consegna domenicale è garantita anche dal corriere francese Hermes. Con la stessa filosofia, è nata di recente Uber Rush, un’app per la consegna pacchi a piedi o in bicicletta.

In Cina invece sono nati corrieri che, quando spediscono vestiti, aspettano dietro la porta che il cliente li provi. Così poi se li riprendono al volo, se non vanno bene.

Altre innovazioni rispondono a mutazioni sociali: è sempre più comune che la casa sia disabitata per tante ore al giorno. Chi non ha portineria e non può ricevere pacchi in ufficio, come può quindi comprare online? Dove li riceve i pacchi? Per esempio nei “lockers”, cioè armadietti digitali che sono arrivati anche in Italia. Adesso ce ne sono cento, per lo più presso centri commerciali del Nord Italia, ma diventeranno 400 entro tre mesi, secondo InPost, l’azienda polacca che li produce. Gli armadietti hanno tanti scomparti protetti da un codice. Il corriere deposita il pacco e il cliente lo prende quando gli è possibile, digitando il codice ricevuto al momento dell’acquisto. Al momento è un servizio offerto solo da Tnt Express ed è adottato solo da Banzai (su Saldi Privati ed ePrice). Sono l’evoluzione di un servizio che c’è già da anni: i pickup point del pacco in un negozio fisico.

Un’alternativa è la scatola creata da Parcelhome, una startup inglese: l’utente la mette nel proprio pianerottolo e la protegge con un codice digitale. È la versione evoluta (e più grande) di una cassetta delle lettere, insomma.

A volte non servono nemmeno innovazioni spinte per fare felice il cliente: bastano alcune attenzioni in più. Come la prassi di telefonare al cliente per mettersi d’accordo su un orario di consegna: sta diventando più comune tra i corrieri (fino a ieri recalcitranti), a quanto risulta ai ricercatori dell’Osservatorio eCommerce del Politecnico di Milano. Esselunga, grazie a una flotta di proprietà, garantire la consegna all’orario scelto dall’utente (in una finestra di due ore).

E se entro cinque anni ci saranno forse consegne tramite droni – a quanto annuncia Amazon – nel futuro prossimo dell’Europa ci sono cose più prosaiche ma probabilmente più utili. Cioè uno standard che agevoli le spedizioni “transfrontaliere”, quelle che avvengono tra diversi Paesi dell’eurozona.

Lo ha appena proposto eCommerce Europe alla Commissione Ue. Se i sistemi informativi dei diversi corrieri adotteranno standard, sarà possibile rendere più tracciabili e garantite le consegne transfrontarliere. L’obiettivo è anche ridurre i prezzi, che ora non sono orientati alla distanza percorsa ma al diverso livello di integrazione tra i sistemi dei diversi corrieri. Conseguenza, mandare un pacco in Germania costa due-tre volte la spedizione nazionale (a parità di chilometri) e persino più che negli Usa, secondo stime dell’associazione.

Via IlSole24Ore.com