Secondo uno studio realizzato da Booz & Company e Google sui trend nei settori editoria e stampa, cinema e TV, gaming e musica, crescono a quasi 20 miliardi di euro i ricavi dell’industria creativa italiana, in linea con il trend europeo.
Secondo la ricerca, nonostante i significativi cambiamenti strutturali, i ricavi dei cinque principali settori industriali, nello specifico editoria, stampa, cinema e televisione, gaming e musica, sono cresciuti a quasi 20 miliardi di euro che raggiungono un tasso di crescita annua di circa il 2% dal 2001. I ricavi dal business digitale, poi, sono cresciuti addirittura del 15% annuo, raggiungendo i 4 miliardi di euro pari al 21% del totale.
A queste cifre si aggiungono i dati sulla fruizione generale dei media: con un consumo dei media totale di 4 ore al giorno, di cui solo meno di un’ora per Internet, il settore creativo italiano ha ancora molto margine di sviluppo ed è destinato crescere ulteriormente in ambito digitale.
Lo studio mostra che l’Italia corre in parallelo al trend generale europeo, dove i ricavi totali dei settori considerati sono cresciuti del 2% dal 2001 raggiungendo i 200 miliardi di euro. Il 25% di questi ricavi, vale a dire 50 miliardi, possono essere attribuiti al business digitale, che è cresciuto su base annua a un tasso dell’11%, leggermente meno dinamico rispetto alla tendenza italiana.
Č Internet, in particolare, che ha portato il consumo dei media degli europei a livelli record. Gli europei trascorrono mediamente più di 4 ore al giorno sui media. Due di queste ore le dedicano a guardare la televisione e circa 40 minuti sono trascorsi su giornali e riviste. Ad Internet viene dedicata oltre un’ora e venti minuti, più del doppio rispetto a sette anni fa. Parallelamente, la monetizzazione dei contenuti è migliorata significativamente. I consumatori europei spendono in media più di 4 centesimi all’ora sui media online, un trend in crescita di quasi il 140% rispetto al 2003. In confronto, il livello medio del pagamento da parte del consumatore è di 17 centesimi all’ora per cinema e televisione e all’incirca di 23 centesimi per prodotti stampati.
Secondo l’autore, anche i creatori beneficiano della digitalizzazione, per lo più in forma di accesso più facile alla distribuzione e di nuovi canali di comunicazione con il loro pubblico. Nel settore della musica, ad esempio, la generazione di valore assoluto per artisti ed etichette è stata costante nel corso degli ultimi dieci anni. A fronte di una fetta di solo il 32% dalla classica vendita di CD, godono di una quota del 66% da download, perché i margini per produzione, distribuzione e vendita sono minimizzati con questo modello.
“Consumatori e artisti sono i grandi beneficiari della digitalizzazione del settore creativo,” dice Hannes Gmelin, responsabile ed esperto di media digitali in Booz. “Ma anche le aziende del settore creativo possono prosperare fin quando saranno in grado di creare esperienze rilevanti per il consumatore e focalizzarsi sulle due aree di crescita: il digitale e i pagamento da parte del consumatore.”
Via Tech Economy