Qualche giorno fa i media hanno dato grande spazio al Quit Facebook Day, nel quale le persone avrebbero dovuto lasciare in massa il più grande e famoso social network del mondo per protestare contro le sue politiche privacy.
E’ stato un flop, con poco più di 30.000 cancellazioni su 400 milioni (!), mentre Zuckerberg si affrettava a modificare le policy del suo gigante.
La vicenda è comunque interessante perché testimonia ancora una volta la confusione che regna sui temi privacy sul web: ho sentito dai telegiornali nazionali frasi del tipo “i social network rivelano dati sensibili, come ad esempio l’appartenenza politica”. Avete mai visto un social network che chiede come dato obbligatorio la dichiarazione di voto o che ti costringe a caricare le foto della tua ultima sbornia?
Chiariamoci subito, il problema della tutela dei dati personali è reale, e ogni sito che ne detenga deve renderci facile e trasparente la loro gestione, condivisione e cancellazione.
Detto questo però la nostra responsabilità personale resta cruciale, dobbiamo capire che ciò che carichiamo online è di fatto di dominio pubblico, soprattutto se non impariamo a distinguere tra messaggi privati tra amici e pubblicazioni su bacheche visibili a tutti.
Mi sembra dunque urgente e fondamentale una campagna di educazione degli utenti, tema di cui ho già parlato a proposito del Safer Internet Day. In più, se usiamo il web per lavoro, dobbiamo essere attenti e intelligenti nel creare una nostra identità online.
Io purtroppo vedo ancora tanta ignoranza, gonfiata dagli strafalcioni dei media, e voi che cosa ne pensate?
Gianluigi Zarantonello via http://internetmanagerblog.com/