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Microsoft-Yahoo, nozze d'interesse: tutti i segreti dell'intesa
Di Altri Autori (del 03/08/2009 @ 07:34:23, in Strategie, linkato 2347 volte)

Alla fine il matrimonio d'interesse c'è stato, anche se non si è tratto di una fusione o di un'acquisizione. L'obiettivo è condividere la piattaforma Web per la pubblicità online. Ed è una notizia ben più importante rispetto a una "semplice" aggregazione di reparti industriali. Perché l'advertising online offre una forma di comunicazione immediata e innovativa, ancora per molti versi inesplorata e vergine (si pensi ai social network come Facebook o allo stesso Youtube, nei quali non è stata ancora trovato un modo soddisfacente per fare pubblicità).

Tuttavia c'è incertezza sulle sorti di questo mezzo pubblicitario. Internet è destinato a diventare una leva per le aziende in quanto offre una visibilità potenzialmente superiore rispetto alla Tv e agli altri media. Nonostante fino all'anno prossimo non si prevedano crescite interessanti. Motivo? La crisi economica e un modello non ancora consolidato. Bisognerà attendere un paio di anni per vedere il vero potenziale del Web. In questo contesto si inserisce la partnership tra Yahoo e Microsoft.

Un piano pluriennale (l'accordo è della durata di 10 anni) che prevede uno scambio di tecnologie molto interessanti. L'obiettivo di questa cordata è affrontare Google: il colosso di Sunnyvale controlla il 65 per cento dei motori di ricerca in Internet, contro un misero 28% ottenuto sommando i pesi delle due aziende che hanno annunciato oggi l'accordo. Carol Bartz, ceo di Yahoo, spiega come la funzione di search sia funzionale a una strategia di adv online, tanto che l'obiettivo della partnersthip è anche di proporsi come seconda forza sul mercato.

Dunque Bing, che è made in Redmond, diventa una piattaforma su cui strutturare nuove strategie di pubblicità a lungo termine. Anche per questo Yahoo e Microsoft condivideranno know-how tecnologici e algoritmi al fine di perfezionare il funzionamento del motore di ricerca e adattarlo alle nuove esigenze. Si tratta di un rapporto esclusivo per entrambe le parti coinvolte, anche se saranno indipendenti e in concorrenza in merito alla proposta commerciale effettiva ai rispettivi clienti. Nella fattispecie, l'attuale motore di ricerca di Yahoo diventerà "powered by Bing" e a Microsoft saranno corrisposte le revenue share sul traffico generato. L'azienda di Redmond riconoscerà una commessione dell'88 per cento dei guadagni generati sulle pagine di Yahoo. Questo per almeno i primi cinque anni della collaborazione. Insomma, un vero panzer della pubblicità online pronto a proporsi a fronteggiare Google.

Ma perché Microsoft ha scelto proprio Yahoo? Per la sua storia decennale in Internet, perché è una comunità più che un portale, per i servizi a valore aggiunto che offre e per le potenzialità di crescita in un mondo virtuale sempre più dominato dal social networking. Non è casuale il recente annuncio di allargamento dell'homepage di Yahoo alle principali community. Tutti ambiti nei quali Microsoft ha tentato di proporsi ma con risultati non esaltanti: è in corso un parziale ridimensionamento delle attività di Msn e molti servizi storici di Redmond legati al Web sono in fase di riorganizzazione. Yahoo gode di una brand awareness sensibilmente superiore. E poi è un sito molto legato ai giovani e a chi naviga in Internet dagli albori, anche per questo è interessante dal punto di vista pubblicitario.

Steve Ballmer, ceo di Microsoft, sostiene che la partnership tra le due aziende possa configurare vantaggi per gli utenti e per le società interessate a fare advertising online, offrendo loro una visibilità superiore. Staremo a vedere. Nel frattempo, siglato l'accordo, l'implementazione avverrà per tappe successive. Affinché Yahoo converta la sua pagina di ricerca sfruttando a dovere Bing ci vorranno almeno sei mesi, se non almeno un anno per una transizione completa. A livello globale, la finalizzazione della piattaforma richiederà 24 mesi. Il 2010 sarà l'anno in cui si potranno saggiare i primi effetti di questo agreement che vale un flusso di cassa di 275 milioni di dollari l'anno almeno per Yahoo. Nessun pericolo per gli utenti: i dati raccolti saranno condivisi solo per il minimo indispensabile. A loro andrà il vantaggio di contare su una reale alternativa a Google.

di Luca Figini su ILSOLE24ORE.COM